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Pubblicato: 04 Ottobre 2013
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Proteste a Parigi davanti a sede ambasciata russa per la liberazione degli attivisti Greenpeace (Gettyimages)
Il Comitato investigativo russo conferma l’accusa di pirateria nei confronti dei restanti 16 membri dei 30 attivisti di Greenpeace che sono stati fermati, a bordo della Arctic Sunrise, dopo un’azione di protesta pacifica condotta sulla piattaforma petrolifera di Gazprom contro le Trivellazioni nell’Artico lo scorso 18 settembre.
Gli attivisti sono detenuti nel carcere della città portuale di Murmansk dov’è anche è posta sotto sequestro la nave rompi ghiaccio dell’organizzazione ambientalista.
Tra gli attivisti accusati oggi anche l’italiano Cristian D’Alessandro.
La diplomazia italiana si sta attivando con i partner Ue “per coordinare apposite iniziative per favorire la rapida liberazione” degli attivisti, scrive in unta nota il ministero degli esteri.
La conferma dell’accusa ai 16 attivisti è giunta questa mattina dopo l’accusa formale degli altri 14 membri che è stata pronunciata ieri.
Secondo quanto riferiscono i media, gli attivisti rischiano fino a 15 anni di carcere: tra questi vi è anche il fotografo russo Denis Sinyakov. Gli attivisti, oltre che dalla Russia e dall’Italia, vengono da Argentina, Australia, Brasile, Canada, Repubblica Ceca, Danimarca, Regno Unito, Finlandia, Francia, Olanda, Nuova Zelanda, Polonia, Svezia, Turchia, Ucraina e Stati Uniti.
In un messaggio pubblicato su Twitter, Greenpeace rende noto la conferma dell’accusa di oggi a carico degli attivisti. Uno di loro, di nazionalità inglese che ha avuto un attacco di cuore durante la contestazione delle accuse di pirateria, è stato immediatamente portato con un’ambulanza all’ospedale di Murmansk dove è stato ricoverato.
Secondo le affermazioni del Console Generale d’Italia a San Pietroburgo Luigi Estero, D’Alessandro “sta bene, secondo le informazioni che abbiamo ricevuto dal suo avvocato”.
Il ragazzo di 31 anni è in una cella con altre due persone di nazionalità russa: “Stiamo seguendo minuto per minuto la situazione del nostro connazionale. Agiamo in coordinamento con le altre ambasciate e siamo in contatto continuo con la famiglia, l’avvocato e le autorità”, dichiara il console.
Il padre di D’Alessandro dovrebeb recarsi a Mirmansk entro la secondo metà del mese di ottobre.
Redazione
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