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Nato intorno al 270 da un magistrato di Napoli, fu, presumibilmente, vescovo di Benevento. Nel 303, con le persecuzioni di Diocleziano, fu arrestato per essere poi decapitato, dopo una serie di martirii, nel 305 con sei compagni a Pozzuoli.     

Una fedele di Antignano presente alla decapitazione raccolse il suo sangue in due ampolle che poi offerse al vescovo di Napoli nel 315, anno della sua solenne traslazione.

 I miracoli

      A Pozzuoli si conserva una pietra porosa macchiata del sangue di San Gennaro, sangue che due volte l'anno riprende il suo colore vivo, in contemporanea con quello conservato nel Duomo di Napoli. Ma il miracolo per eccellenza è quello che si manifesta nel Duomo di Napoli che si verifica tre volte l'anno:

  - in occasione delle feste di maggio (dalla prima alla seconda domenica - festa della traslazione del 315);

   - dal 19 al 26 settembre (festa del Santo e ottava)

   -il16 dicembre (preservazione della città di Napoli dall'eruzione del Vesuvio del 472, per alcuni studiosi, del 1631 per altri).

Il sangue contenuto nelle due ampolle ed ermeticamente sigillato fa registrare due fenomeni:

la liquefazione ed un aumento di volume e di peso di quasi 27 gr..siano112299191909162230_big.jpg

A nulla sono valsi i tentativi di scienziati e studiosi, per lo più agnostici, di dare una spiegazione scientifica o a scoprire quale misteriosa e particolare sostanza ci sia nelle ampolle.

 

Il culto di San Gennaro nella storia e nella cultura contemporanea partenopea.

Si racconta che nel 472, in seguito ad una furibonda esplosione del Vesuvio, migliaia di napoletani si recarono presso il sepolcro di San Gennaro, nelle catacombe di Capodimonte, per chiedere a lui protezione.

La testimonianza di tale pellegrinaggio è sancita da un affresco che mostra il Santo sullo sfondo del vulcano.

Da allora il compito di San Gennaro è stato quello di proteggere la città contro ogni pericolo e sempre, nei secoli e nei decenni passati, colonne di napoletani si sono portati presso la Cappella del Tesoro, nel Duomo di Napoli, per pregare il Santo di scongiurare il pericolo.     

Anche nei sei secoli e mezzo, tra l'831 ed il 1497, periodo in cui il suo corpo era stato trasportato prima a Benevento e poi a Montevergine, si invocò a lui in occasione di calamità.

 

I vari tentativi usati nei vari secoli di sostituire a San Gennaro uomini che avessero come lui il compito di proteggere la città da terremoti ed eruzioni, non trovarono adepti convinti: né Virgilio mago, né gli Spagnoli dominanti (che entarono di sostituire a lui San Domenico come patrono), né quella sua disattenzione, che gli fece operare il miracolo del sangue in un regime non gradito al popolo napoletano, riuscirono a far crollare il culto e la devozione per il Santo: al primo sentore di pericolo per la città San Gennaro veniva reintegrato con tutti gli onori dovuti al suo rango.

Nel 1980, però, in occasione di quel pur disastroso terremoto, nessuno chiese che si esponesse il busto del Santo, né vi furono richieste di processione o solenni funzioni di venerazione. Il culto di San Gennaro aveva subito un arresto che traspariva dalle tradizioni più radicate nell'anima napoletana. Il motivo più plausibile è da ritrovarsi in quella retrocessione che il Santo ha subito nel 1964, dopo il Concilio Vaticano II, allorquando fu deciso, secondo pronunciamento del Pontefice, che le celebrazioni religiose in onore di San Gennaro rimanessero obbligatorie solo per la città la Napoli e facoltative, invece, per le altre città. Il napoletano reagì con devozione immediata e con espressioni pittoresche (la più famosa una scritta a caratteri cubitali sotto la statua di San Gennaro: "San Genna', futtatenne" - "San Gennaro, non curartene."), ma nel profondo del cuore accusò sfiducia e demotivazione, come se avesse subito personalmente, così come in effetti subì, una forma di declassamento.

Oggi si ritiene che il culto di San Gennaro, che indubbiamente ha perduto quel carattere di solennità e macroscopica popolarità, sia più immanente e profondamente radicato nello spirito di ogni napoletano e continua a rappresentare una componente essenziale del suo vivere quotidiano e della sua stessa anima; e sia più che mai sentito nella Little Italy di New York dove migliaia di italo-americani, il 19 settembre convengono da ogni parte del paese per tributare ogni onore al Santo e, come ai tempi di massimo splendore del culto, a colloquiare con lui e trarre dal suo aiuto protezione e fiducia.